.....EVANGELIO

 

Perché Gesù parlava in parabole

Mt.XIII. 10
Ed i Suoi discepoli si avvicinarono e Gli dissero: “Perché parli ad essi in parabole?”.
11 Or Egli rispose: “Perché a voi è dato conoscere i misteri del Regno dei Cieli, ma a quelli là non è dato.
12 Poiché a chi ha, sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.
13 Perciò Io parlo loro in parabole, affinché vedendo non vedano e sentendo non sentano e non intendano.
14 Ed in essi si compie la profezia di Isaia che dice:

«Voi sentirete bene, ma non intenderete;
Vedrete bene, ma non riconoscerete;
15 Poiché il cuore di questo popolo si è reso insensibile,
han fatto l’orecchio sordo, hanno socchiuso gli occhi,
per non vedere con i loro occhi, per non sentire con i loro orecchi
e non comprendere con il cuore e [non] convertirsi e [allora]
Io li avrei guariti
».


:: Gesù ammaestra in parabole ::Il dizionario insegna che “l’etimologia del termine parabola deriva dal greco parabolé e vuol significare similitudine-comparazione. È un racconto di facile comprensione che chiarisce per affinità ed analogia insegnamenti morali e religiosi.”
Ma non è così semplice! Infatti quando i Suoi discepoli si avvicinarono per porGli la domanda, Egli rispose che solo a chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che crede di avere. (Lc.8,18).
È evidente la contraddizione se volessimo risolvere l’insegnamento razionalmente e allora?
È necessaria la chiave di lettura.
Dal momento che è dando che si riceve, chiunque non rinunci a se stesso e non metta al bando l’egoismo, il calcolo, l’ansia per il domani (che è mancanza di Fede) e via dicendo, non avrà nulla, anzi gli sarà tolto tutto.
Dio è il più grande pagatore che esista ma se noi non abbiamo nessuna ricchezza interiore, come possiamo pretendere di avere gli interessi?
Si noti bene che i profitti divini, dopo aver depositato i tesori nella Banca Celeste, risulteranno centuplicati!
Questi beni si imperniano sostanzialmente in tre punti:

1) Il rapporto con Dio, che è la preghiera, cioè fare la Sua volontà e tutto ciò che a Lui sia gradito;
2) Il rapporto con noi stessi, che è la rinuncia, cioè l’eliminazione di ogni forma di egoismo e di paura o di dubbio;
3) Il rapporto con gli altri, che è l’elemosina, cioè il dare a piene mani, non soltanto nel senso di denaro, ma di comprensione, di sopportazione, di amore e di umiltà.

Come si vede, siccome in larga maggioranza il mondo è sordo e cieco, in queste tre espressioni, gli uomini non possono udire pur avendo orecchi, ne vedere avendo occhi.


Ecco come si realizzano le parole profetiche di Isaia che sono state riportate anche da Giov.XII, 37-43:

37
Benché Gesù avesse fatto tanti miracoli in loro presenza, pure non credevano in Lui, 38.affinché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia:

«Signore, chi ha creduto a ciò che abbiamo udito?
E il braccio del Signore, a chi è stato rivelato?
».

39 Se essi non potevano credere, è perché aveva detto ancora Isaia:

40 «Egli ha accecato i loro occhi ed indurito i loro cuori,
affinché con gli occhi non vedano, e col cuore non intendano,
e non si convertano, ed Io li guarisca
».

41 Queste cose disse Isaia, perché vide la Sua gloria e di Lui parlò.
42 Tuttavia anche fra i capi, molti credettero in Lui, ma per causa dei farisei non lo confessarono per timore di essere esclusi dalle sinagoghe;
43 perché amavano più la gloria degli uomini che la gloria di Dio.


Purtroppo questa è la situazione in cui oggi ci troviamo ma lo Spirito continua a soffiare dove vuole e sa!
Con la misura con la quale misureremo saremo misurati (Mt.7,2).



Analizziamo ora Mc.IV, 33-34

33 “E con molte di simili parabole esponeva loro la Parola secondo che eran capaci di capirLa;
34 e senza parabole non parlava loro; ma in disparte spiegava poi ai Suoi discepoli ogni cosa”.

Come possiamo notare, l’Insegnamento veniva elargito in due maniere diverse:
Il primo era essoterico (dal gr. exoterikos-esterno) cioè destinato a tutti.
Il secondo, esoterico (dal gr. esoterikos-interno) riservato ad una cerchia ristretta di iniziati.
Tutto dipende dal sentire interiore e dalla maturità acquisita.



Infine c’è un altro punto molto interessante da rilevare in Lc.XIV, 34-35:

34 “Dunque il sale è buono. Ma se anche il sale diventa insipido, con che gli si renderà il sapore?
35 Non è più utile né per il terreno, né per il concime, e lo si butta via.
Chi ha orecchi per intendere intenda!”.

Per un maggiore approfondimento sul sale vi riportiamo al simbolismo (link), ma qui asseriamo che è importante analizzare la radicale “Sa” (cioè che sa).
Questo elemento è incorruttibile tanto che viene usato per non far deteriorare i cibi e sin dall’antichità inoltre, è l’emblema dell’eternità e della sapienza.
Infatti secondo la Kabbala degli Esseni si parla del significato esoterico della lettera Scin, sia nella radice che nella desinenza:
S (iniziale-radice) = Sapienza, si trova in ogni manifestazione dell’Eterno.
I (iniziale-desinenza) = È l’inizio della parola Iesus.
Ora le due parole: Sapienza e Iesus sono legate indissolubilmente al moto (movimento eterno), cioè legame fra Eterno (Padre=Sapienza) e Iesus (Figlio=Amore).
La Legge del Padre si compirà nel mondo prima col Padre indi col Figlio.

Da questi episodi evangelici possiamo trarre dunque delle conclusioni specifiche.
Siamo stati abituati sin da fanciulli, purtroppo a non approfondire in maniera seria, ma sempre molto superficiale, la lettura del Nuovo Testamento.
Che questa analisi condotta qui sia lo sprone per incentivare la ricerca e la comprensione sempre maggiore che porterà tutti noi verso la Vera Vita e la Libertà autentica dei Figli di Dio.

 



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