Dal Giordano al deserto
Il battesimo
Giov.I.
6 Vi fu un uomo inviato da Dio.
Il suo nome era Giovanni. 23 Egli disse:
«Io sono la voce di Colui che grida nel deserto: Raddrizzate
le vie del Signore, come ha detto il profeta Isaia».
Mc.I. 7 E proclamava
altamente:
«Viene dopo di me Colui che è più forte di me,
al quale io non sono degno di chinarmi a sciogliere il legaccio dei
sandali.
8 Io vi ho battezzato con acqua ma Egli vi battezzerà
nello Spirito Santo».
Mt.III. 13
Allora Gesù, dalla Galilea, si recò al Giordano da Giovanni
per essere da lui battezzato. 14 Ma questi vi
si opponeva dicendo:
«Sono io che ho bisogno di essere battezzato da Te e Tu vieni
da me?»
15 Ma Gesù gli rispose: «Sia così
ora, poiché conviene che noi adempiamo in questo modo ogni
giustizia».
Allora Giovanni lo lasciò fare. 16 Gesù
appena battezzato, salì fuori dall’acqua: ed ecco i Cieli
si aprirono ed Egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba
e venire su di Lui. 17 Ed ecco una Voce dai
Cieli che disse:
«Questi è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto».
Giovanni
Battista doveva “preparare” le Vie del Signore; il suo
compito ancora oggi non è stato ben capito.
Lui era il precursore e la Voce che gridava e che grida tutt’ora
nel deserto.
Non solo il deserto in senso letterale dove lui aveva vissuto, preparandosi
alla sua missione, cibandosi di miele selvatico e di locuste, ma il
vero deserto, l’aridità delle anime che vivevano senza
conoscere l’Amore (essendo in atto la Legge del Taglione). Erano
dimentiche della loro Origine divina.
Sì, lui era “LA VOCE” che doveva essere “strumento”
per LA PAROLA – il Verbo – Il Cristo Dio e la Sua Legge
Nuova, la Legge dell’Amore e del “Porgi l’altra
guancia”.
Il Battista aveva il compito di umettare, approntare e purificare
il terreno indurito delle Anime per la nuova semente cristica che,
solo con la Potenza del Fuoco-Amore avrebbe dato frutto.
La Parola dunque si è manifestata e la Voce è entrata
nel Silenzio (“Bisogna che Egli cresca e che io diminuisca.”
Gv. 3, 30) e Giovanni è stato decapitato.
Ecco il Battesimo d’acqua somministrato unicamente a chi, guidato
da una volontà ferrea vuole cambiare vita.
Immersione – morte del vecchio e rinascita in una veste nuova
e candida.
Ma come accennato sopra, l’acqua non è sufficiente per
far nascere una pianta, ci vuole il Sole, ed ecco il Cristo, sublime
Esempio d’Amore che porta a noi tutti il Battesimo di Fuoco,
e la parabola per la salvezza dell’Umanità è compiuta.
Gesù
è tentato
Mt.
IV.
1
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser
tentato dal diavolo.
2 E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta
notti, ebbe fame.
3 Ed il tentatore, accostatosi, gli disse:
«Se tu sei il Figlio di Dio, dì che queste pietre diventino
pani».
4 Ma Egli rispose: «Sta scritto: «L'uomo
non vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
5 Allora il diavolo lo menò nella santa
città; e lo pose sul pinnacolo del Tempio
6 e gli disse: «Se tu sei il Figlio di
Dio, gettati giù poiché è scritto: «Darà
ordini per te ai suoi angeli; ed [è scritto]: sulle loro mani
ti porteranno, perché non inciampi il tuo piede contro una
pietra».
7 E Gesù gli disse: «È scritto
pure: Non tenterai il Signore, Dio tuo».
8 E di nuovo il diavolo lo menò su una
montagna altissima e gli mostrò tutti i regni del mondo con
la loro gloria. E gli disse:
9 «Tutto questo io ti darò se cadendo
[ai miei piedi] ti prostrerai davanti a me».
10 Allora Gesù gli disse: «Ritirati
satana! poiché è scritto: Adorerai il Signore Dio
tuo ed a Lui solo renderai culto».
11 Allora il diavolo lo lasciò. Ed ecco
che gli angeli gli si accostarono e lo servivano.
—
Perché il Cristo si sottopose al Battesimo e che significato
hanno le tentazioni nel deserto?
Il tempo è giunto; il Cristo inizia la propria missione. Per
iniziare la stessa necessita compiere il primo atto, il legame intrinseco
fra l'umanità tutta e la Legge, il Battesimo.
Il Cristo, Lui, l'Inimitabile, l'Inconfondibile entra nelle acque
del Giordano e si offre al Battista per ricevere l'acqua lustrale.
«Tu pure?», ricordate l'interrogativo di Giovanni!
Sì, anche il Cristo, poiché per l'umanità Egli
deve essere un esempio dall'inizio alla fine della missione. Questa
missione si chiude con una cena, si apre con un digiuno. Questa missione
si chiude fra gli uomini; si apre, si inizia, sboccia dalla solitudine,
dalla meditazione.
Uscito dalle acque del Giordano, il Cristo si ritira nel deserto;
Egli, che fino allora era vissuto fra i muratori di Nazareth, fra
i pastori dei campi opimi fiancheggianti il Giordano, pone fra costoro
e la Divinità il deserto. Egli si ritirerà là
ove la terra non genera spiga, non genera fonte, dove solo serpi e
rovi nascono e si perpetuano.
Il Cristo avrà per compagni le bestie e gli spiriti degli Angeli.
Egli dovrà trasformare in angelo una di queste bestie, l'uomo.
Se costui non saprà dominare la materia, discenderà
sotto il livello di ogni altro animale; se vincerà, assurgerà
fino agli Angeli, fino al Padre.
Entra il Cristo nella solitudine, nel silenzio. Chi fu che disse:
«temi la solitudine?» Fu colui, certamente, che temeva
la propria coscienza, che temeva che le azioni compiute si ripercuotessero
su di lui, quando nessun umano, quando cioè nessun altro essere
prevaricatore come lui, poteva porgergli aiuto, poiché sentiva
di non meritare l'aiuto dell'Eterno.
Il silenzio è il linguaggio dell'Infinito; la solitudine nei
suoi profondi silenzi rivela ciò che di sostanziale havvi nella
natura; pone a contatto, questa solitudine, con coloro che sconoscono
ormai la materia, pone in condizione di poter essere da questi spinti
guidati; pone in condizione di osservare da lungi quella umanità
che può averci nuociuto in guisa tale da considerare l'offesa
in ben differente forma, talché si debba giungere al perdono,
al dimenticare.
«40» anni il popolo ebreo, rappresentante figuratamente
il Cristo, errò pel deserto prima di poter entrare nel promesso
regno dell'Eterno;
«40» giorni Mosè rimase a contatto con l'Eterno
per poter ricevere quelle Leggi che l'Eterno voleva fossero promulgate
agli umani;
«40» giorni Elia il profeta errò pel deserto sfuggendo
la perfida regina.
Il «40» quindi si ripeteva necessariamente per il Cristo
che doveva pur Esso iniziare un nuovo movimento. Erano per il Cristo
«40» giorni di ammaestramento, «40» giorni
di rinuncia, «40» giorni di umiliazione concludentisi
nella triplice vittoria di Cristo su Satana.
Quando Satana ritenne che il Cristo avesse fame, fame fisica, egli
Lo tentò: «Trasforma in pani queste pietre e sfamati».
Ricordate voi pure la risposta del Cristo: «L'uomo non vive
di solo pane, ma di ogni parola del Signore». Successivamente
il Cristo fu tentato da Satana che Gli offriva tutti i regni della
terra. «Ama il tuo Iddio e servi Lui solo», fu la risposta
del Cristo. La terza tentazione quando Satana invitò il Cristo
a dare prova della propria divinità: «Se sei figlio di
Dio, gettati da questa rupe». «L'Eterno non va tentato;
vade retro Me, Satana».
Con questo movimento, con la propria andata nel deserto, il Cristo
porta all'umanità un raggio di luce, un perpetuo raggio. All'inizio
di ogni opera, di ogni missione, l'individualità deve prepararsi
spiritualmente, deve purificarsi nella rinuncia e nell'umiltà.
Purificatasi, la materia può rinunciare alle stesse quotidiane
necessità, poiché sarà sostanzialmente alimentata
né potrà perire.
Il Cristo ritornerà così fra gli umani dopo essere rimasto
a contatto col Padre, né sarà questa la sola volta che
Egli si allontanerà dalle masse.
È necessario correggere un errore del rito: il Cristo non si
è ritirato nel deserto per pregare, poiché Egli si sarebbe
trovato, in solitudine, di fronte al proprio Sé trino e uno:
Egli avrebbe pregato Se Stesso. Egli si è ritirato per ammaestrare.
Né si è ritirato per digiunare fisicamente, perché
il Cristo non aveva nessuna umana necessità. Satana ritenne
che Egli potesse aver fame fìsica. Quando il Cristo sentì
questo stimolo, era stimolo sostanziale, era fame di amore, fame di
carità; Egli sentiva il bisogno di donare, di cibarsi di questa
manifestazione di amore, di questo donare. Satana, quindi, non giunse
a concepire la potenzialità dell'amore. Anche questo è
un altro insegnamento che giunse alle folle: chi avrà fede,
chi in questa fede si macererà, chi nella rinuncia e nell'umiltà
si macererà, conquisterà una tale potenzialità
sostanziale da consentirgli di vincere ogni necessità, ogni
desiderio della materia.
Voi, anime care, potete quotidianamente ritirarvi nel deserto: create
il vuoto attorno a voi, staccatevi dalle umane superficialità,
staccatevi dalla materia rientrando nella Realtà potenziale.
Così, postivi a contatto col Padre che vi ha partoriti, analizzate
l'ieri vostro, l'oggi vostro, e iniziate un purificatore digiuno perché
la via che intraprenderete nel vostro domani non abbia più
la stessa afosità che è stata nell'ieri, che è
nell'oggi.
Tratto
da Scintille dall'Infinito, vol. I pagg. 94-95.