Facendo seguito alle tentazioni
subite dal Cristo nel deserto e ribadendo ciò che è gia
stato esposto, cioè che tutta LA VITA di Gesù non è
altro che l'Esempio sublime, per tutta l'Umanità, della Via unica
che è necessaria percorrere se si vuole tornare all'Origine;
dobbiamo dedurre che solo chi è stato capace di dire "NO"
a Satana, potrà essere in grado, non solo di essere vittorioso
sulle proprie passioni, ma soprattutto dedicarsi all'Opera Sacra di
evangelizzazione che è VERITÀ nel senso più sostanziale
del termine.
Abbiamo dunque la Vita, la Via, la Verità che come traccia indelebile
da duemila anni rappresenta il sigillo di fuoco che
caratterizza l'autenticità dell'unico vero cammino indispensabile
all'uomo.
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Tintoretto
- Le Nozze di Cana -
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Lasciando
quindi il deserto da qualche giorno, Gesù fu invitato al seguito
di Sua madre (perché parente prossima) a nozze, in una località
a otto chilometri da Nazareth.
Le
Nozze di Cana
Giov. II.
1 Tre giorni dopo, ci
fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù.
2 Fu invitato alle nozze anche Gesù con
i suoi discepoli.
3 Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la
madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino».
4 E Gesù rispose: «Che ho da fare
con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora».
5 La madre dice ai servi: «Fate quello che
vi dirà».
6 Vi erano là sei giare di pietra per la
purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili.
7 E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua
le giare»; e le riempirono fino all'orlo.
8 Disse loro di nuovo: «Ora attingete e
portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono.
9 E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino,
il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano
i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo 10
e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando
sono un pò brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato
fino ad ora il vino buono».
11 Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana
di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero
in lui.
12 Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme
con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà
solo pochi giorni.
Qual
è il significato intrinseco delle nozze di Cana?
La presenza di Cristo alle
nozze di Cana conferisce a queste un significato duplice e profondo
che purtroppo sfuggì e sfugge sia ai teologi sia, e più
dolorosamente, all'analisi delle anime umane più che alle menti
dotti.
Primo aspetto: “la presenza di Cristo”, cioè
della Divinità, a nozze umane e che di umano non ha che l'apparenza,
mentre si trattava del primo legame che, dopo la divina discesa, avveniva
fra cielo e terra: l'Unigenito rappresentava il cielo, gli sposi rappresentavano
la terra. La Divinità non poteva essere là ove un palpito
infecondo lega un sesso ad altro sesso, ma doveva esser là
per dire all'umanità come ci si debba legare, ci si debba congiungere
non per lussuria ma per amore, ossia per potenza ed in assoluta purezza
di anima.
Secondo aspetto: “la trasmutazione dell'acqua in vino”.
Vino sta per vita, energia. Dice la Madre al Divin Figlio: “Non
c'è più vino” e in queste parole sta,
muto, un invito a compiere un miracolo, e tanto bene intuisce ciò
il Cristo che risponde: “Non è giunto ancora
il Mio tempo”. Prima però il Cristo rivolto
a Maria aveva detto: “Donna, che vuoi Tu da Me?”
Questa espressione va considerata profondamente. La Madre/Spirito
avvertiva che non c'era più vino? No, avvertiva che nell'umanità,
rappresentata dai convenuti, mancava l'energia, lo spirito se ne era
andato e con esso se ne era andata la divinità dell'essere.
Diceva Maria che le energie divine di ognuno erano sopite e che necessitava
ridestarle, e perciò chiedeva il divino intervento. Tanto accoramento
era nello sguardo della Madre che infine il Cristo aderì e
compì la trasformazione; con questa Gesù diceva all'umanità:
“Ecco, per la prima volta vi faccio toccare con mano
Chi Io Mi sia e ciò che Io sono per voi. Se volete dissetarvi
nella Potenza, se volete esaltare lo Spirito, se volete riavere quell'Energia
che per voi è Vita, tutti dovete venire a Me, poiché
senza di Me nulla troverete e nulla avrete”.
Dinnanzi al Redentore stavano le pinte di acqua (acqua: elemento primo
purificatore nel tempo, essa è l'alimento del corpo astrale,
quindi potenza) ed Egli la trasformò in vino. Ecco il rapporto
nella trasformazione: acqua eguale a Purezza/Potenza; vino eguale
Sangue/Essenza, per cui l'acqua che è uguale a Purezza venne
trasformata in Essenza attraverso il Suo intervento.
Gesù parla in tal modo al mondo ed insegna che passando attraverso
Lui ci si trasforma, ci si potenzia, si ritorna Essenza, ossia ci
si distacca dalla materia. Alle nozze di Cana Gesù affermava
per la prima volta al cospetto delle genti la divinità del
Suo Essere; in quell'occasione Egli legava il Divino all'umano riaffermando
che Lui solo può salvare il Tutto sulla terra. Non nozze umane,
ripeto, ma presenza ad una congiunzione di ammaestramento, di salvazione.
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