Tardi ti ho amato,
o bellezza tanto antica
 
         

O Signore, io ti ho amato non con una coscienza incerta, ma con sicurezza.
Hai percosso il mio cuore con la Tua parola e io ti ho amato. E cielo e terra e ogni cosa che in essa si trova mi dicono da ogni dove di amarTi e non cessano di dirlo a tutti, affinché siano senza scuse ….
Ma che amo, amando Te?
Non una bellezza corporea; non una cosa splendida che pur passa; non una luce candida, amica a questi occhi; non dolci melodie di qualsiasi canto; non profumo soave di fiori, non unguenti di aromi, non manna o miele! Non membra piacevoli per gli amplessi della carne. Non amo queste cose quando amo il mio Dio; luce, voce, profumo, cibo, amplesso dell’uomo interiore che è in me, dove risplende intimamente una luce che nessuna luogo comprende, dove risuona una voce che il tempo non rapisce, dove si spande un profumo che il vento non disperde, dove gusto un sapore che la voracità non diminuisce e dove mi stringe un amplesso che la sazietà non scioglie; questo io amo, amando il mio Dio.

Cosa è ciò? Ho interrogato la terra ed essa mi ha risposto: “non sono io”. Ho interrogato tutte le cose che in essa sono e mi diedero la stessa risposta. Ho interrogato il mare, gli abissi e gli animali e mi risposero: “non siamo noi il tuo Dio, cerca più sopra”. Ho interrogato i venti e tutta l’atmosfera coi suoi abitanti e mi hanno risposto “Anassimene si sbaglia: non siamo noi Dio”.
Ho interrogato il cielo, il sole, la luna, le stelle e mi risposero: “Neanche noi siamo il Dio che cerchi”.
Dissi allora a tutte le cose che stanno intorno alle porte della mia anima: “Mi avete detto che non siete Dio; ditemi almeno qualcosa di Lui”.
A gran voce gridarono: “Egli ci ha creato”. La mia domanda era la mia riflessione; la loro risposta era la loro bellezza…

Tardi ti ho amata, o bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato! Tu eri dentro di me ed io fuori; ivi io ti cercavo gettandomi deforme su queste cose belle da te fatte.
Tu eri con me, ma io non ero con Te, perché mi tenevo lontano quelle creature che, se non esistessero in Te, non avrebbero esistenza.
Tu mi hai chiamato, hai gridato, hai vinta la mia sordità. Tu hai balenato, hai brillato, hai dissipato la mia cecità.
Hai sparso il Tuo profumo, io l’ho respirato ed ora a Te anelo.
Ti ho gustato ed ora ho fame e sete.
Mi hai toccato ed ardo dal desiderio della pace Tua.
Sant'Agostino da Tagaste
 

 

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