[…] “Chi confida in Me e non ha la caparbietà di far prevalere il suo giudizio, sarà libero dalla paura di insolenze da parte degli uomini.
Sono Io infatti il giudice che conosce tutto ciò che è nascosto; Io so bene in che modo l’azione sia stata compiuta; Io so bene chi insulta e chi l’insulto sopporta. Quella parola è uscita da Me ed è accaduto perché Io l’ho permesso affinché vengano svelati i pensieri di molti cuori ( Lc 2,35).
Sono Io che giudico chi è colpevole e chi innocente, ma ho voluto prima sottoporre l’uno e l’ altro a un giudizio nascosto.
Spesso la testimonianza degli uomini inganna; ma la mia sentenza è giusta, incrollabile e immutabile.
Per lo più rimane nascosta e si palesa a pochi, ma tuttavia non sbaglia mai e non può sbagliare anche se agli occhi degli stolti non sembra giusta.
Bisogna dunque ricorrere a Me ogni volta che si deve giudicare e non basarsi mai sul proprio arbitrio.
Il giusto infatti non si turberà mai qualunque cosa gli accada col permesso di Dio. Anche se contro lui sarà lanciata qualche calunnia, egli non se la prenderà molto e nemmeno troppo si rallegrerà se, per mezzo di altri, verrà ragionevolmente discolpato. E’ perché il giusto pensa che sono Io colui che può scrutare fin le più intime fibre degli uomini (Sal. 7,10), colui che non giudica secondo l’aspetto esteriore. Perciò spesso ciò che a giudizio degli uomini è stimato, lodevole, agli occhi Miei appare colpevole” […]



Tratto dal libro III cap. XLVI de “l’Imitazione di Cristo
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