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Fernando Gallego - Cristo benedicente -

L’etimologia del nome deriva dal greco tetra (quattro) e morfos (forma), mentre l’origine del simbolo proviene dell’antica immagine dei cherubini dalle teste zoomorfe e da elementi iconografici egizi e assiro-babilonesi.

I “Quattro esseri viventi” citati nell’Apocalisse accanto al Trono dell’Altissimo e divenuti simbolo degli Evangelisti, derivano dalle creature dal quadruplice aspetto (tetramorfo) descritte dal profeta Ezechiele nel racconto della sua visione.
“Avevano sembianza umana, ma ciascuno quattro volti e quattro ali. Le loro gambe erano diritte e i piedi simili agli zoccoli di un bue, lucenti come bronzo fuso. Di sotto le ali, ai lati apparivano mani d’uomo; tutti e quattro avevano lo stesso aspetto e identiche ali. Il loro aspetto era: davanti d’uomo, di leone a destra, di bue a sinistra e di aquila dietro.”

Ireneo di Lione (fine del II secolo) ha per primo collegato il quaternario con i Vangeli, segnalando come il leone esprima il concetto della regalità, il bue del sacrificio, l’uomo dell’incarnazione e l’aquila dello Spirito che sorregge la Chiesa.

E’ stato invece san Gerolamo (fine del IV secolo) ad associare gli “animali” agli Evangelisti:
Il Vangelo di Matteo inizia con l’incarnazione ed è simboleggiato dall’angelo o uomo, probabilmente perché egli insiste, con la genealogia, sull’umanità di Gesù; Marco comincia con la figura del Battista, “Voce di uno che grida nel deserto”, potente e solitaria come il ruggito di un leone; Luca pone l’accento sul tema del sacrificio sopportato da Zaccaria reso muto per la sua incredulità, pertanto gli si addice il bue o toro; Giovanni, infine, compie con il suo Prologo al Vangelo, un volo spirituale talmente alto e con vista acuta simile a quello di un’aquila.
Essendosi tutti e quattro gli apostoli occupati dei fatti inerenti al Cristo, è significativo come le ali siano la comune caratteristica indicante l’alta spiritualità della testimonianza.
Nelle tradizioni esoteriche a queste figure vengono associate particolari qualità sapienziali: l’Uomo alato rappresenta l’intuizione della Verità; il leone, il fuoco, la forza e il movimento; il bue, la terra, la resistenza e il sacrificio; l’aquila infine, l’intelligenza e l’azione.




Il tetramorfo è rappresentato inoltre molto bene dalla Sfinge con volto d’uomo in Egitto, che rappresenta il Faraone (famoso monumento quello di Al-Ghizah) e di donna invece, quella greca, figlia della Chimera e di Ortro o di Tifone.

Per la mitologia essa abitava sul monte Citerone e proponeva il famoso enigma a tutti i viandanti che, se non lo avessero risolto, sarebbero stati mangiati da questo mostro quadriforme.

L’indovinello era questo:
Qual è l’animale che il mattino cammina con quattro zampe, a mezzogiorno con due e la sera con tre?

I tebani promisero la signoria della loro città a chi lo avesse decifrato.
Edipo lo svelò così:
Questo animale è l’uomo, che nel mattino della vita (da bimbo), cammina con le mani e con i piedi, a mezzogiorno (nell’età adulta), cammina con due e la sera (quando è vecchio), cammina col bastone.
La Sfinge si uccise. Edipo divenne re di Tebe.


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Gustave Moreau, Edipo e la Sfinge
Gustave Moreau - Edipo e la Sfinge



Questo simbolo cela anche una concezione quadruplice del cosmo, riferendosi ad un ciclo completo della processione degli equinozi e dei solstizi, con le rispettive stagioni.

Vi è inoltre una serie di emblemi corrispondente a quelli sopra citati, infatti:

Evangelisti
Luca
Matteo
Giovanni
Marco
Quaternario cabalistico
Bue o toro
Angelo
Aquila
Leone
Segni zodiacali
Pianeti
Saturno
Venere
Giove
Marte
Segni planetari
Metalli
Piombo
Rame
Stagno
Ferro
Colori
Nero
Verde
Azzurro
Rosso
Stagioni
Primavera
Inverno
Autunno
Estate
Elementi
Terra
Acqua
Aria
Fuoco
Ideogrammi
Semi
Archetipi esoterici
Denari
Coppe
Spade
Bastoni


Quest’ultimo quaternario è descritto magistralmente nella prima carta degli Arcani Maggiori dei Tarocchi che rappresenta “il Bagatto”.
Il personaggio è l’uomo che decide di iniziare la ricerca più antica che ci sia: il senso della vita e la scoperta di Sé.
Per attuarla è necessario aver subito la prova degli elementi come, d’altra parte, viene superata da Tamino e Pamina nel “Flauto Magico” di W. A. Mozart. Esame che porta alla conquista degli strumenti mistici corrispettivi.

La vittoria conseguita sulla Terra (materia) conferisce il Denaro (ricchezza spirituale) cioè il punto d’appoggio concreto per ogni azione.
Trionfando sull’Acqua si conquista il Santo Graal, la Coppa dalla quale si beve la Saggezza.

:: Il Bagatto ::

Affrontando l’Aria con audacia, il cavaliere della Verità ottiene d’essere armato di Spada, simbolo del Verbo, la Parola, che mette in fuga i fantasmi dell’Errore.
Provato dal Fuoco, l’iniziato ottiene infine l’insegna del supremo comando, il Bastone, scettro del re che regna grazie alla propria volontà coincidente con l’Assoluta Volontà di Dio.

La “Grande Opera” si conclude con l’acquisizione e l’utilizzo dei poteri conseguiti per mezzo di quattro verbi:

 


 


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