Minerale
che sotto la forma del sale da cucina è considerato indispensabile
perché lo si impiega per la conservazione degli alimenti deperibili
(citato anche da Platone nel Simposio).
Il termine latino sal significa anche arguzia e “salato”
(salsus) può essere, ironicamente, un discorso o un’espressione
arguta e mordace.
Omero ne esalta il carattere “divino”; veniva tra l’altro
usato in occasione dei sacrifici espiatori e dei Misteri come mezzo
di purificazione simbolica. Già nell’antica Roma lo si
metteva sulle labbra dei neonati perché li proteggesse dai pericoli.
Stando ad alcuni miti siriani, gli uomini avrebbero appreso l’uso
del sale dagli dei; in onore dell’arcaica dea lituana Gabijá,
signora del fuoco sacro, si spargeva sale tra le fiamme.
Si è sempre pensato che i demoni aborriscano il sale; anche nelle
leggende, relativamente moderne, concernenti il “sabba delle streghe”,
non si manca di ricordare che tutti i cibi, offerti durante il banchetto
infernale, sono rigorosamente privi di sale.
Nel Vecchio
Testamento il sale è un mezzo simbolico che garantisce il legame
tra Dio e il Suo popolo: “Dalla tua offerta non lascerai
mancare il sale dell’alleanza del tuo Dio”
(Levitico 2,13 e altri).
Eliseo purifica una sorgente gettandovi del sale: “Gli abitanti
della città di Gerico dissero a Eliseo: - Come avrai visto anche
tu signore, non si starebbe poi tanto male in questa città; solo
che l’acqua è cattiva e la nostra terra è senza
vita. Allora Eliseo ordinò: - Portatemi una scodella nuova, piena
di sale. Gli portarono la scodella. Eliseo andò alla sorgente
dell’acqua, vi versò il sale e pronunziò queste
parole: “Il Signore dice: Io rendo pura quest’acqua; non
procurerà più ne morte ne sterilità”.
Come aveva detto Eliseo, quell’acqua divenne pura e lo è
ancora oggi” (II Re 2,19-22).
Quando
si prepara l’acqua benedetta dovrebbe essere potenziata proprio
così.
La conditio sine qua non però è
un “operatore” veramente formato nello spirito.
Nel Discorso
della montagna Gesù si rivolge ai Suoi discepoli chiamandoli
il “sale della terra”:
“Voi siete il sale della terra; ora, se il sale diviene
insipido, con che lo si salerà? Non è più buono
a nulla se non ad esser gettato via e calpestato dagli uomini”.(Mt.2,
13). (vedi Evangelio).
Nella
lettera ai Colossesi S. Paolo dice: “Il vostro parlare sia
condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno”
(Col.4,6).
Girolamo, il dottore della Chiesa (348-420 d.C.), indica in Gesù
stesso il Sale della Redenzione che permea il Cielo e la Terra.
È
inoltre ben nota l’efficacia distruttiva del sale: dopo aver annientato
Cartagine, i romani sparsero il sale sul suolo della città al
fine di renderlo sterile per sempre, così come nella Bibbia si
racconta che abbia fatto Abimelech dopo aver espugnato la città
di Sichem (Giudici 9,45).
Nel linguaggio dell’Alchimia con sale non si intende il cloruro
di sodio ma il terzo dei principi originari accanto a sulphur et
mercurius, che rappresenta (probabilmente per la prima volta in
Paracelso) la qualità del “corporeo”.
Il mistero della Pietra Filosofale (vedi fig. a lato) si riassume graficamente
in un quadrato che racchiude il ternario Zolfo..,
Sale..,
e Mercurio..
dominato da una croce che ricorda quella dell’Antimonio, ma che
è il geroglifico di una donna alata, vittoriosa su tutto ciò
che è inferiore.
Assicuriamo la vittoria dell’Anima nella nostra personalità,
non siamo più schiavi di nulla, e possiederemo ricchezze in confronto
alle quali i beni materiali non hanno alcun valore!
Ma nell’alchimia ci si richiama al sal anche seguendo
altre associazioni simboliche, si parla per esempio del sal
sapientiae ossia del sale della sapienza.
L’espressione “con un grano di sale” (lat. cum
grano salis), che significa agire con discernimento, con buon senso,
risale a una ricetta che troviamo citata da Plinio il Vecchio, secondo
cui gli antidoti potevano essere ingeriti solo insieme ad un grano di
sale.
L’espressione “restare di sale” si riferisce invece
all’episodio di cui è protagonista la moglie di Lot durante
la distruzione di Sodoma e Gomorra:
“Ma la moglie di Lot si voltò indietro a guardare
e divenne una statua di sale” (Gen.19,26).
Il sale
infatti, impedisce come già detto, il deterioramento dei cibi
essendo incorruttibile, quindi per traslato, si oppone al progresso,
lo congela, cristallizzando e bloccando il divenire.
Ecco il significato esoterico di questo evento biblico: “Chiunque
si volti indietro” (Nessuno che abbia messo mano all’aratro
e poi si volti indietro è adatto per il Regno di Dio.
Lc.9,62), dimostra nostalgia, rimpianto delle cose passate e incertezza,
non sicuramente determinazione, visione ottimistica del futuro e decisione
risoluta.
È proprio questo tentennamento a rendere impossibile l’evoluzione
quindi c’è stasi.
Da qui la trasformazione in statua di sale.