Biografia di Pietro Ubaldi

:: Pietro Ubaldi ::
 
Pietro Ubaldi nasce a Foligno il 18 Agosto 1886.

Frequenta l'Università di giurisprudenza a Roma, dove si laurea onorevolmente. Prima di laurearsi aveva appreso rapidamente, come ricordando un sogno lontano, il francese, l'inglese, il tedesco. Privatamente aveva fatto i suoi studi di pianoforte.

Viaggiò molto e si ammogliò. Ebbe due figli: Agnese e Franco, quest'ultimo morto nella seconda guerra mondiale.

Ricco, di una delle migliori e più antiche famiglie dell'Umbria, per fare l'esperimento integrale del Vangelo, si auto spoglia, con un metodo magistralmente descritto nel suo volume "Storia di un uomo" e si trova quindi nella necessità di lavorare per vivere.
Sfruttando la sua laurea in legge e la sua conoscenza delle lingue, vince un concorso e si reca a Modica, in Sicilia, ad insegnare l'inglese in quel liceo. Vi rimane per una stagione scolastica.


Qui, nel Natale del 1931 e nei mesi successivi, scrive stupendi Messaggi spirituali, che presto fanno il giro del mondo, tradotti in spagnolo (tre edizioni), portoghese (cinque edizioni), inglese, arabo e francese.
Nel 1932 è a Gubbio dove insegna nel ginnasio Mazzantini e vi rimane fino al 1952.

Scrive nella sua vita ventiquattro volumi ed un numero incommensurabile di articoli e libretti. L'idea genetica di uno dei suoi libri fondamentali per la comprensione dell'universo e le leggi della vita "La Grande Sintesi", l'ha in Falconara all'età di circa 27 anni. Un giorno in riva al mare, dinanzi all'incanto del creato, ha un'illuminazione che gli fa intuire l'essenza dell'Universo. Egli sentì all'evidenza che materia, energia, e spirito sono la medesima Sostanza e che la differenza tra l'una e l'altra è una differenza cinetica, come lui dice, cioè di movimento: rotatorio nella materia, ondulatorio nell'energia, vorticoso nello psichismo. "Se si fermasse il movimento — egli afferma - la materia dell'universo, si ridurrebbe a quello che effettivamente è: un pollice di nebbia impalpabile". E questo, pensato intorno al 1910 ed affermato nel 1933, non è poco!
Questa illuminazione è l'idea genetica della Grande Sintesi. Dal momento dell’illuminazione all'inizio della stesura dell'opera passano vent'anni che Ubaldi impiega per studiare ed intuire dove sono i punti di passaggio ed i limiti tra materia, energia e spirito. Nelle estati del 1933 - '34 - '35, in una villa a Colle Umberto presso Perugia, Ubaldi scrive "La Grande Sintesi", con un sistema d'indagine nuovo, che lui chiama intuitivo, ma che è anche ispirativo, medianico (perché media altri mondi), cosciente, non passivo, identico a quello dei grandi mistici.
Metodo che lui descrive mirabilmente nel suo volume "Le noùri" traendo paralleli interessanti con i grandi mistici, quali Santa Giovanna d'Arco, Santa Caterina da Siena, Beata Angela da Foligno e tanti altri. Con tale metodo sviluppa quest'idea genetica e traccia per la prima volta nella storia del pensiero filosofico e scientifico dell'umanità una teoria sulla nascita, vita e morte del nostro universo, degli universi che ci precedono e ci seguono nella via evolutiva e della genesi della materia, dell'energia e della vita sul pianeta Terra. Ma non è tutto qui il problema trattato dalla Grande Sintesi e dall'opera ubaldiana. Nel suo viaggio più che dantesco nel mare della conoscenza, Ubaldi sfiora e risolve tutti i problemi della scienza e dello spirito e preconizza soluzioni di problemi fino ad allora dalla scienza nemmeno sfiorati, come quello della disintegrazione atomica; ed estende il concetto di relatività einsteniana a tutti i fenomeni dell'universo (anziché solo ad alcuni aspetti matematici, come Einstein ha fatto) e il concetto dell'evoluzione darwiniana (che Darwin vide solo nelle forme) ad un'evoluzione di psichismo che è causa di evoluzioni morfologiche. "Sintesi e soluzione dei problemi della scienza e dello spirito" è il sottotitolo della Grande Sintesi, e vi garantisco che non è un titolo presuntuoso. Seme gettato certo troppo in anticipo per essere subito tutto fecondato e compreso, ma certo un giorno germoglierà e l'umanità saprà inquadrare la Grande Sintesi nella storia dell'umanità. Così preconizza Pietro Ubaldi. Opera certamente rivoluzionaria che produce un salto teologico dal monoteismo antropomorfico al monismo. L'umanità aveva certo bisogno di una Sintesi dell'umano sapere e Ubaldi l'ha data. L'umanità è assetata di sapere per risolvere i suoi problemi e la Grande Sintesi la disseta. Questo è certo il grande merito dell'Ubaldi e nessuno potrà contrastarglielo.

Oltre il problema scientifico Ubaldi tratta il problema della rinuncia, la funzione del dolore, la legge del lavoro, il determinismo ed il libero arbitrio, il problema della morte ed il superamento in una vita senza fine.
Per la prima volta nella storia pone le basi si una morale scientifica esatta, per la quale è molto utile agire bene per meritare bene, e di una filosofia scientifica del diritto.
Tratta infine di un Dio giusto, buono e provvidente, che è sempre presente nella vita di ognuno perché Legge esatta, ferrea, che tutto vede e tutto provvede, relegando quindi nell'assurdo l'idea del caso.
Collettivamente sono affrontati i problemi sociali, la genesi del diritto, l'etica internazionale, la guerra, il problema economico, il collaborazionismo (che sostituirà l'attuale edonistico che tanti guai ha creato all'umanità), il potere, lo Stato, il capo, l'arte...
L'ispirazione gigantesca della genesi mosaica torna alla luce, liberata dai veli del simbolo, per assurgere a verità scientifica, base di una nuova civiltà.

Ed il canto infatti termina con una visione ottimistica sulle sorti dell'umanità. Tutto il dolore attuale e tutti gli sconvolgimenti sociali hanno il senso di preparare la nascita di una nuova civiltà, la nuova civiltà del terzo millennio, che è di avvento imminente, ed alla quale Ubaldi dedica un libro.
La scienza e la fede poi, nemici irriducibili da secoli fino ad oggi, troveranno un punto di convergenza e d'intesa quando la scienza avrà scoperto l'esistenza dello spirito. E questa sarà la grande scoperta che ci aspetta. L'uomo di buona volontà, allora, emergerà beato da un inferno di prove e di sofferenze, in cui la sua insipienza lo ha condannato, e finalmente beato, sosterà in un mondo di pace in cui la conoscenza è un bene acquisito. Ed Ubaldi, con le sue opere, vi avrà contribuito, e non poco!
Il canto termina con il Vangelo poiché Ubaldi ha sempre avuto il Vangelo nel cuore. I suoi atti sono stati sempre improntati a questa ispirazione e lo possono testimoniare coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, me compreso, che ho avuto questa fortuna nel lontano 1941, attratto dai suoi scritti, quando solo e negletto, non era compreso da nessuno.

Della "Grande Sintesi" (ediz. Mediterranee) sono state fatte 5 edizioni e tradotte in spagnolo, portoghese, inglese, arabo ed esperanto.
Nel 1951 nell'America latina si costituisce un comitato onoranze pro Pietro Ubaldi e viene raccolto un milione di lire di allora, con il quale Ubaldi fa un giro di conferenze in quel continente.
Nel 1952 la sua residenza in Brasile diviene definitiva. Egli vive a San Vincente di San Paolo.
Qui in Brasile Ubaldi scrive dodici volumi della collana di ventiquattro volumi da lui scritti e divisi in trilogie secondo gli argomenti, ed in più tiene settimanalmente una conferenza alla Radio sotto il titolo "La Legge di Dio". È candidato per il premio Nobel per la letteratura ed ha rapporti con Einstein.
In Brasile ha passato periodi di assoluta indigenza, al limite della sopravvivenza, necessitante di aiuti continui.

Il 28 febbraio 1972 Ubaldi muore.

Il canto tace per riprendere altrove sotto altre forme.

Egli è sepolto a San Vincente di San Paolo in Brasile. Nella facciata dell'abitazione che fu di Ubaldi a Gubbio, in via della Cattedrale, un'epigrafe così parla:

Pietro Ubaldi mistico dell'Umbria (1886-1972)
A cura di Riccardo Pieracci
Studioso e pittore in Firenze

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Ubaldi, 1929 . Ubaldi, Italia - nel suo studio . Ubaldi, Brasile anni '50
         

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