Pietro Ubaldi
"Il Galileo Galilei dello spirito"

 



Mi è stato chiesto: "Potresti scrivermi un profilo su Ubaldi?"

È come dire: “Potresti farmi un profilo su Leonardo Da Vinci?” Certo, su quanti libri? Idem su Ubaldi. Non certamente così eclettico ma indubbiamente titano pure lui, seppur su un piano diverso: semplicemente super-umano.

Già, perché il nostro autore si è occupato, per tutta la vita, del mondo dell’Invisibile e in quale modo!

La concezione intellettuale di Ubaldi è enorme.

Essa raccoglie in sé il meglio (scusatemene la licenza ma per quanto assurdo possa sembrare così è!) di quanto è stato scritto in tutti i tempi riguardo alla Reale Essenza dell’uomo e dell’Universo, poiché le verità parziali sinora espresse, vengono qui condensate nella “visione” unitaria e omnicomprensiva della Luce dello Spirito.

Chiarisco subito il mio dire ardito. Naturalmente mi si potrà obbiettare: “Ma ti rendi conto di ciò che affermi? Hai mai sentito parlare di un certo Platone? E di Sant'Agostino? E di Maometto? E di Kant? E di Einstein?”. Signori, Amici, Vi prego di credere che quanto asserisco è certo e verificabile. Invito quindi, e perché no, sfido chiunque, alla lettura e allo studio del nostro autore, rimarrete a bocca aperta.

Ma veniamo a noi, chi è questo Ubaldi? Chi sarebbe questo essere alieno che ci disvela niente meno che l’essenza della vita dell’uomo e dell’ Universo?

Intanto è necessario che l’architettura del nostro discorso abbia delle fondamenta ben poste.

Il destino del nostro uomo è contrassegnato da una missione:

Ubaldi viene investito, dall’Alto, dell’incarico sacro di rivelare, all’umanità ignara, il “Metodo” per penetrare il mistero e accedere all’Imponderabile.

Egli tratta, se pur in maniera eccezionalmente chiara, pulita e logica, della vera sostanza di tutte le cose ed essa è profondamente Spirituale, per cui, i principi e le cause da cui si diparte, sono pressochè inaccessibili ai nostri limitati sensi fisici ma, ecco il doveroso e necessario "ma", non allo Spirito, nucleo centrale di tutto il nostro essere.

Infatti qui non si tratta di percorrere il metodo tradizionale della scienza attuale, che, per pervenire alla Verità (???), si getta nell’analisi del particolare, perdendo di vista o peggio scartando a priori, l’Unica via per pervenire alla Reale Verità del Tutto: rivolgersi alla Verità stessa affinchè ci illumini di Sé.

Sta scritto infatti che “la Verità verrà gridata dai tetti”, ed in questa profezia si colloca ed attua in tutta la sua grandezza il sistema d’indagine intuitivo di Ubaldi, tanto rivoluzionario da essere senza dubbio storico. Il nuovo Galileo dello spirito infatti, innova completamente la metodica di ricerca del Vero, condotta erroneamente dall’umana scienza con criterio geocentrico, a favore del solo Sistema interpretativo valido, quello Eliocentrico, del quale i profeti e i grandi ispirati del passato furono protagonisti.

Con tal sistema, l’universo non viene più spiegato attraverso le miopi e fallaci deduzioni dell’uomo, che di per sé non è altro che terra e polvere, ma ci viene rivelato dalla Fonte stessa dell’universo, dal Sole Divino che tutto regge, compenetra, dirige e governa.

Ubaldi addiviene così alla comprensione della Realtà, non per deduzione, ma appunto per intuizione, attingendo direttamente ai principi dei fenomeni.

Tali principi infatti governano e determinano lo sviluppo fenomenico poiché ne costituiscono il ritmo vitale.

In tal modo Ubaldi, captando le leggi generali e le sue formule, è in grado di risolvere qualsiasi problema particolare, perché di esse la soluzione è figlia.

Abbiamo individuato il Centro vitale del nostro autore: DIO. E specificamente il Cristo Dio. Però il Cristo universale, vivo e palpitante non quello offertoci da interpreti sordi e ciechi che ne hanno gravemente limitato la possanza con misere ed errate visuali antropologiche.

È tempo che si superino le chiusure delle religioni istituzionalizzate, cristallizzate in dogmi e cerimonie.

Urge che la parabola e l’allegoria lascino spazio ad una comprensione più ampia e chiara della Parola di Dio, in linea con la maggiore apertura mentale dell’uomo di oggi.

La visione della Verità in Ubaldi è a 360° . Egli, come tutti i veri luminari di ogni tempo, è un uomo consapevole dell’effettiva partecipazione del Divino Padre in noi e del Suo superlativo disegno d’Amore nei confronti di tutta l’umanità.

Il nostro autore perviene a questo traguardo a seguito sia di un innato anelito alla Verità e sia per l’ausilio del grande maestro (e per chi lo conosce profondamente, amico) dell’uomo: il dolore.

Ma la marcia in più di Ubaldi è data dalla maturità interiore e dalla sua Volontà d’Amare lo Sposo dell’anima: DIO!

È la potenza dell’Amore il vero motore che sprona Ubaldi in questo progresso esponenziale verso la Conoscenza sostanziale, perchè quanto più si conosce l’Amato, tanto più Lo Si riesce ad amare perché Lo Si rende contento facendo ciò che Egli vuole.

Niente, in effetti, come l’annientamento di noi stessi per Amore di Dio e dei fratelli ricolma l’anima di Luce e Fortezza, tipici doni dello Spirito Santo.

Ecco il Vangelo in atto e il premio promesso a chi Lo osserva qualunque cosa accada : il Consolatore.

Il nostro uomo, ha il Vangelo inciso nel cuore e realizza che le leggi di Dio imperano nel macro come nel microcosmo e ci si abbandona integralmente. Ci viene spiegato che questa sua capacità ultra normale di attingere direttamente al mondo delle idee in seno al Divino, non è frutto di studio o di particolari talenti da lui posseduti. È bensì il risultato di una sostanziale maturazione spirituale, che trova il consenso da parte delle benefiche forze della Vita che premiano ogni essere che, con sacrificio e rinunce, conduce quotidianamente il proprio martirio cristianamente.

Ma si ricorda che cristiani si deve esserlo sul serio! Necessita la consapevolezza di essere Spiriti che, incapsulati temporaneamente in un corpo per imparare la lezione di questa dimensione materiale, si risveglino alla propria Divinità crocifiggendo la carne sino alla resurrezione definitiva.

È solo, infatti, la presa di Coscienza del Cristo cosmico Via, Verità, Vita, che dimora in noi e in noi agisce se glieLo permettiamo, che ci consente la trasmutazione da esseri umani semi-animali a esseri super-umani, cioè l'uomo nuovo: l'alter Cristus.

Vivendo Cristo, Ubaldi ci dimostra concretamente come le forze dell’Universo, cooperino con l’uomo di buona volontà, in quanto la piccola volontà, aderendo alla Grande Volontà, diventa un tutt’Uno con Essa. Così l’umile operaio di Cristo diviene espressione della mano di Dio, un colosso.

Attenzione però, perché agisca la Divina Provvidenza sono indispensabili delle “conditio sine qua non” altrimenti essa non risponde. Ecco che i capisaldi dell'ascensione umana e conseguentemente mistica verso il Vero divengono, come Ubaldi magistralmente ci spiega, anzitutto di ordine etico; non solo maturità biologica animica del soggetto, ma anche integrità morale e poi annichilimento dei desideri verso la materia a pro degli aneliti dello Spirito.
In sintesi, il Vangelo vissuto, comporta l’affinamento di facoltà super-sensorie. La tendenza ascetica della creatura determina immediata la premurosa risposta del Creatore.

All’anima desiderosa di Amore e Sapere, risponde puntualissimo l’intervento Divino che premia lautamente il sacrificio che questa ha compiuto a livello materiale con ricompense di ordine spirituale.

L’anima si trova così innalzata a stadi di coscienza tanto più elevati, quanto più è rimasta umile nella sua condotta. In tal guisa essa, sollevata dalla Mano Divina, "vola"; sempre più in alto, sempre più su, sino a compenetrare il pensiero stesso di Dio ed in Esso fondersi e bearsi.

Lo Spirito, assurgendo a tali altezze, non perde la propria individualità anche se vengon meno i suoi contorni e ritrova se stesso come impercettibile goccia che nel mare infinito di Dio, torna ad essere Una col Tutto, Dio stesso.

L’uomo in sostanza conquista il Cielo man mano che si libera della prigione della carnalità e torna ad essere candidissima scintilla Divina.

In questo contesto, le rivelazioni ultrafaniche della Verità, che Ubaldi percepisce per legge di sintonia e simpatia diverranno, nel momento dell’adeguata maturità biologica, patrimonio universale.

Noi, minuscoli terrestri, non dobbiamo fare altro quindi, che ricalcare esattamente le orme dell'Unico Essere Perfetto che mai pose piede su suolo terrestre: il Cristo Dio.

Dopodiché avverrà ciò che Egli ha promesso:

Se mi amate osserverete i miei comandamenti. Ed Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di Verità… Io non vi lascerò orfani: ritornerò a voi. ….. se uno mi ama, osserverà le mie parole ed il Padre mio lo amerà, e Noi verremo a lui e in lui faremo dimora.” Gv. XIV, 15-23.

Così arriviamo ad intendere che Ragione e Fede confluiranno per evoluzione dell’anima umana, nell’unico concetto del monismo Divino.

Dio così, unico motivo di tutte le cose, diverrà un’aspirazione lucida di ogni essere, che comprenderà che la cosiddetta santità non è altro che la condizione idonea della creatura purificata dalle passioni umane che, amando più di se stessa il Suo Creatore e la di Lui Volontà, giunge alla pace beatifica già qui in terra.

È da intendersi che la via dell’ascensione umana essendo costruita sul sacrificio di noi stessi, fa si che il mistico dopo essersi immerso in queste correnti di pensiero (vibrazioni di altissima intellettualità chiamate noùri), torni nello stadio di coscienza ordinario, per condividere con i fratelli meno evoluti il dono che dall’Alto è stato concesso.

Ubaldi si distacca nettamente dalla tradizionale medianità ultrafanica e accede ad uno stato di vibrazione pensativa così rapido da divenire egli stesso lucido e attivo canale del messaggio Divino.

Egli cioè, entra talmente in sintonia con la musica Celeste della noùri ispiratrice, da sentirla risuonare costantemente nel proprio intimo, per cui egli e la noùri diventano un corpo unico, un solo Io.

L'Autore al riguardo, nel suo libro “Le noùri”, spiega dettagliatamente la meccanica del fenomeno, coronandolo di esattezza scientifica e dando così finalmente contezza di quanto accade al "medium" da un punto di vista fisiologico.

La nuova Scienza dello spirito che Ubaldi ci propone, dunque, ci porta ad intendere che le mitiche figure del mistico e del santo, come del genio e dell’eroe appaiono inspiegabili solo al biotipo comune. Questi non mira che ad un solo obbiettivo: soddisfare il proprio macroscopico ego.

Ma per l’individuo più sensibile ed evoluto, il super-uomo del Terzo millennio del quale Ubaldi ci parla, il traguardo è opposto. Si sintetizza in un motto: “Perdere tutto per avere Tutto”. Ossia annullare il nostro io per tornare a Dio.

Per chi aleggia su tali onde di pensiero, la santità o il misticismo non sono altro che la logica e naturale conseguenza di una raggiunta maturità spirituale.

Seguendo Ubaldi, siamo così pervenuti alla concezione del Sistema Divino, dove tutto è ordine, equilibrio, armonia.

La parola "caso", tanto impiegata dalla massa insipiente, diviene a queste altitudini spirituali, priva di significato e sapientemente corretta dalla parola Karma, chiave di lettura per l'intendimento delle inviolabili meccaniche Celesti.

Il mondo fenomenico viene finalmente così decifrato secondo la ferrea Legge di causa e di effetto, ove la Sapienza Divina regna Sovrana.

L’ignoto "al di là" assume così una conformazione tutta nuova ai nostri occhi e si illumina d’Immenso.

L’enciclopedica produzione letteraria di Ubaldi esposta in 24 volumi ed in un copiosissimo numero di articoli e libretti, non si conclude certamente in questo breve profilo nel quale si è voluto, con tanta umiltà, semplicemente proporre spunti di meditazione e promuovere la lettura e, perché no, lo studio di questo gigante dello Spirito.

Altro in questa sede non so narrare ma … “il Vento soffia dove vuole, tu ne senti la Voce, ma non sai né donde venga né dove vada”.

 

 



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