Mi è stato chiesto: "Potresti scrivermi un profilo su Ubaldi?"
È come dire:
“Potresti farmi un profilo su Leonardo Da Vinci?” Certo,
su quanti libri? Idem su Ubaldi. Non certamente così eclettico
ma indubbiamente titano pure lui, seppur su un piano diverso: semplicemente
super-umano.
Già, perché
il nostro autore si è occupato, per tutta la vita, del mondo
dell’Invisibile e in quale modo!
La concezione intellettuale
di Ubaldi è enorme.
Essa raccoglie in
sé il meglio (scusatemene la licenza ma per quanto assurdo possa
sembrare così è!) di quanto è stato scritto in
tutti i tempi riguardo alla Reale Essenza dell’uomo e dell’Universo,
poiché le verità parziali sinora espresse, vengono qui
condensate nella “visione” unitaria e omnicomprensiva della
Luce dello Spirito.
Chiarisco subito
il mio dire ardito. Naturalmente mi si potrà obbiettare: “Ma
ti rendi conto di ciò che affermi? Hai mai sentito parlare di
un certo Platone? E di Sant'Agostino? E di Maometto? E di Kant? E di
Einstein?”. Signori, Amici, Vi prego di credere che quanto asserisco
è certo e verificabile. Invito quindi, e perché no, sfido
chiunque, alla lettura e allo studio del nostro autore, rimarrete a
bocca aperta.
Ma veniamo a noi,
chi è questo Ubaldi? Chi sarebbe questo essere alieno che ci
disvela niente meno che l’essenza della vita dell’uomo e
dell’ Universo?
Intanto è
necessario che l’architettura del nostro discorso abbia delle
fondamenta ben poste.
Il destino del nostro
uomo è contrassegnato da una missione:
Ubaldi viene investito,
dall’Alto, dell’incarico sacro di rivelare, all’umanità
ignara, il “Metodo” per penetrare il mistero e accedere
all’Imponderabile.
Egli tratta, se
pur in maniera eccezionalmente chiara, pulita e logica, della vera sostanza
di tutte le cose ed essa è profondamente Spirituale, per cui,
i principi e le cause da cui si diparte, sono pressochè inaccessibili
ai nostri limitati sensi fisici ma, ecco il doveroso e necessario "ma",
non allo Spirito, nucleo centrale di tutto il nostro essere.
Infatti qui non
si tratta di percorrere il metodo tradizionale della scienza attuale,
che, per pervenire alla Verità (???), si getta nell’analisi
del particolare, perdendo di vista o peggio scartando a priori, l’Unica
via per pervenire alla Reale Verità del Tutto: rivolgersi alla
Verità stessa affinchè ci illumini di Sé.
Sta scritto infatti
che “la Verità verrà gridata dai tetti”, ed
in questa profezia si colloca ed attua in tutta la sua grandezza il
sistema d’indagine intuitivo di Ubaldi, tanto rivoluzionario da
essere senza dubbio storico. Il nuovo Galileo dello spirito infatti,
innova completamente la metodica di ricerca del Vero, condotta erroneamente
dall’umana scienza con criterio geocentrico, a favore del solo
Sistema interpretativo valido, quello Eliocentrico, del quale i profeti
e i grandi ispirati del passato furono protagonisti.
Con tal sistema,
l’universo non viene più spiegato attraverso le miopi e
fallaci deduzioni dell’uomo, che di per sé non è
altro che terra e polvere, ma ci viene rivelato dalla Fonte stessa dell’universo,
dal Sole Divino che tutto regge, compenetra, dirige e governa.
Ubaldi addiviene
così alla comprensione della Realtà, non per deduzione,
ma appunto per intuizione, attingendo direttamente ai principi dei fenomeni.
Tali principi infatti
governano e determinano lo sviluppo fenomenico poiché ne costituiscono
il ritmo vitale.
In tal modo Ubaldi,
captando le leggi generali e le sue formule, è in grado di risolvere
qualsiasi problema particolare, perché di esse la soluzione è
figlia.
Abbiamo individuato
il Centro vitale del nostro autore: DIO. E specificamente il Cristo
Dio. Però il Cristo universale, vivo e palpitante non quello
offertoci da interpreti sordi e ciechi che ne hanno gravemente limitato
la possanza con misere ed errate visuali antropologiche.
È tempo che
si superino le chiusure delle religioni istituzionalizzate, cristallizzate
in dogmi e cerimonie.
Urge che la parabola
e l’allegoria lascino spazio ad una comprensione più ampia
e chiara della Parola di Dio, in linea con la maggiore apertura mentale
dell’uomo di oggi.
La visione della
Verità in Ubaldi è a 360° . Egli, come tutti i veri
luminari di ogni tempo, è un uomo consapevole dell’effettiva
partecipazione del Divino Padre in noi e del Suo superlativo disegno
d’Amore nei confronti di tutta l’umanità.
Il nostro autore
perviene a questo traguardo a seguito sia di un innato anelito alla
Verità e sia per l’ausilio del grande maestro (e per chi
lo conosce profondamente, amico) dell’uomo: il dolore.
Ma la marcia in
più di Ubaldi è data dalla maturità interiore e
dalla sua Volontà d’Amare lo Sposo dell’anima: DIO!
È la potenza
dell’Amore il vero motore che sprona Ubaldi in questo progresso
esponenziale verso la Conoscenza sostanziale, perchè quanto più
si conosce l’Amato, tanto più Lo Si riesce ad amare perché
Lo Si rende contento facendo ciò che Egli vuole.
Niente, in effetti,
come l’annientamento di noi stessi per Amore di Dio e dei fratelli
ricolma l’anima di Luce e Fortezza, tipici doni dello Spirito
Santo.
Ecco il Vangelo
in atto e il premio promesso a chi Lo osserva qualunque cosa accada
: il Consolatore.
Il nostro uomo,
ha il Vangelo inciso nel cuore e realizza che le leggi di Dio imperano
nel macro come nel microcosmo e ci si abbandona integralmente. Ci viene
spiegato che questa sua capacità ultra normale di attingere direttamente
al mondo delle idee in seno al Divino, non è frutto di studio
o di particolari talenti da lui posseduti. È bensì il
risultato di una sostanziale maturazione spirituale, che trova il consenso
da parte delle benefiche forze della Vita che premiano ogni essere che,
con sacrificio e rinunce, conduce quotidianamente il proprio martirio
cristianamente.
Ma si ricorda che
cristiani si deve esserlo sul serio! Necessita la consapevolezza di
essere Spiriti che, incapsulati temporaneamente in un corpo per imparare
la lezione di questa dimensione materiale, si risveglino alla propria
Divinità crocifiggendo la carne sino alla resurrezione definitiva.
È solo, infatti,
la presa di Coscienza del Cristo cosmico Via, Verità, Vita, che
dimora in noi e in noi agisce se glieLo permettiamo, che ci consente
la trasmutazione da esseri umani semi-animali a esseri super-umani,
cioè l'uomo nuovo: l'alter Cristus.
Vivendo Cristo,
Ubaldi ci dimostra concretamente come le forze dell’Universo,
cooperino con l’uomo di buona volontà, in quanto la piccola
volontà, aderendo alla Grande Volontà, diventa un tutt’Uno
con Essa. Così l’umile operaio di Cristo diviene espressione
della mano di Dio, un colosso.
Attenzione però,
perché agisca la Divina Provvidenza sono indispensabili delle
“conditio sine qua non” altrimenti essa non risponde. Ecco
che i capisaldi dell'ascensione umana e conseguentemente mistica verso
il Vero divengono, come Ubaldi magistralmente ci spiega, anzitutto di
ordine etico; non solo maturità biologica animica del soggetto,
ma anche integrità morale e poi annichilimento dei desideri verso
la materia a pro degli aneliti dello Spirito.
In sintesi, il Vangelo vissuto, comporta l’affinamento di facoltà
super-sensorie. La tendenza ascetica della creatura determina immediata
la premurosa risposta del Creatore.
All’anima
desiderosa di Amore e Sapere, risponde puntualissimo l’intervento
Divino che premia lautamente il sacrificio che questa ha compiuto a
livello materiale con ricompense di ordine spirituale.
L’anima si
trova così innalzata a stadi di coscienza tanto più elevati,
quanto più è rimasta umile nella sua condotta. In tal
guisa essa, sollevata dalla Mano Divina, "vola"; sempre più
in alto, sempre più su, sino a compenetrare il pensiero stesso
di Dio ed in Esso fondersi e bearsi.
Lo Spirito, assurgendo
a tali altezze, non perde la propria individualità anche se vengon
meno i suoi contorni e ritrova se stesso come impercettibile goccia
che nel mare infinito di Dio, torna ad essere Una col Tutto, Dio stesso.
L’uomo in
sostanza conquista il Cielo man mano che si libera della prigione della
carnalità e torna ad essere candidissima scintilla Divina.
In questo contesto,
le rivelazioni ultrafaniche della Verità, che Ubaldi percepisce
per legge di sintonia e simpatia diverranno, nel momento dell’adeguata
maturità biologica, patrimonio universale.
Noi, minuscoli terrestri,
non dobbiamo fare altro quindi, che ricalcare esattamente le orme dell'Unico
Essere Perfetto che mai pose piede su suolo terrestre: il Cristo Dio.
Dopodiché
avverrà ciò che Egli ha promesso:
“Se
mi amate osserverete i miei comandamenti. Ed Io pregherò il Padre
ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con
voi per sempre, lo Spirito di Verità… Io non vi lascerò
orfani: ritornerò a voi. ….. se uno mi ama, osserverà
le mie parole ed il Padre mio lo amerà, e Noi verremo a lui e
in lui faremo dimora.” Gv. XIV, 15-23.
Così arriviamo
ad intendere che Ragione e Fede confluiranno per evoluzione dell’anima
umana, nell’unico concetto del monismo Divino.
Dio così,
unico motivo di tutte le cose, diverrà un’aspirazione lucida
di ogni essere, che comprenderà che la cosiddetta santità
non è altro che la condizione idonea della creatura purificata
dalle passioni umane che, amando più di se stessa il Suo Creatore
e la di Lui Volontà, giunge alla pace beatifica già qui
in terra.
È da intendersi
che la via dell’ascensione umana essendo costruita sul sacrificio
di noi stessi, fa si che il mistico dopo essersi immerso in queste correnti
di pensiero (vibrazioni di altissima intellettualità chiamate
noùri), torni nello stadio di coscienza ordinario, per condividere
con i fratelli meno evoluti il dono che dall’Alto è stato
concesso.
Ubaldi si distacca
nettamente dalla tradizionale medianità
ultrafanica e accede ad uno stato di vibrazione pensativa così
rapido da divenire egli stesso lucido e attivo canale del messaggio
Divino.
Egli cioè,
entra talmente in sintonia con la musica Celeste della noùri
ispiratrice, da sentirla risuonare costantemente nel proprio intimo,
per cui egli e la noùri diventano un corpo unico, un solo Io.
L'Autore al riguardo,
nel suo libro “Le noùri”, spiega dettagliatamente
la meccanica del fenomeno, coronandolo di esattezza scientifica e dando
così finalmente contezza di quanto accade al "medium"
da un punto di vista fisiologico.
La nuova Scienza
dello spirito che Ubaldi ci propone, dunque, ci porta ad intendere che
le mitiche figure del mistico e del santo, come del genio e dell’eroe
appaiono inspiegabili solo al biotipo comune. Questi non mira che ad
un solo obbiettivo: soddisfare il proprio macroscopico ego.
Ma per l’individuo
più sensibile ed evoluto, il super-uomo del Terzo millennio del
quale Ubaldi ci parla, il traguardo è opposto. Si sintetizza
in un motto: “Perdere tutto per avere Tutto”. Ossia annullare
il nostro io per tornare a Dio.
Per chi aleggia
su tali onde di pensiero, la santità o il misticismo non sono
altro che la logica e naturale conseguenza di una raggiunta maturità
spirituale.
Seguendo Ubaldi,
siamo così pervenuti alla concezione del Sistema Divino, dove
tutto è ordine, equilibrio, armonia.
La parola "caso",
tanto impiegata dalla massa insipiente, diviene a queste altitudini
spirituali, priva di significato e sapientemente corretta dalla parola
Karma, chiave di lettura per l'intendimento delle inviolabili meccaniche
Celesti.
Il mondo fenomenico
viene finalmente così decifrato secondo la ferrea Legge di causa
e di effetto, ove la Sapienza Divina regna Sovrana.
L’ignoto "al
di là" assume così una conformazione tutta nuova
ai nostri occhi e si illumina d’Immenso.
L’enciclopedica
produzione letteraria di Ubaldi esposta in 24 volumi ed in un copiosissimo
numero di articoli e libretti, non si conclude certamente in questo
breve profilo nel quale si è voluto, con tanta umiltà,
semplicemente proporre spunti di meditazione e promuovere la lettura
e, perché no, lo studio di questo gigante dello Spirito.
Altro in questa
sede non so narrare ma … “il Vento soffia dove vuole, tu
ne senti la Voce, ma non sai né donde venga né dove vada”.